Percorso Arabo-Normanno: Palermo e Monreale

Itinerary of the Arab-Norman: Palermo and Monreale

La Sicilia, con i suoi sette siti riconosciuti dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, è la regione italiana col più alto numero di onorificenze. Tra questi, il percorso Arabo-Normanno di Palermo e Monreale, con il suo grandissimo patrimonio culturale e artistico, inserito nel 2015 nella World Heritage List e che ha contribuito, con le sue opere di elevato spessore artistico ed architettonico, alla proclamazione della città Palermo come Capitale della Cultura per l’anno 2018. La serie comprende nove beni artistico-monumentali dell’architettura arabo-normanna: sette custoditi nella città di Palermo e uno ciascuno a Cefalù e a Monreale.

Monumenti dell’itinerario Patrimonio dell’Unesco a Palermo:

Palazzo Reale o dei Normanni

Sorge nel nucleo più antico della città, sopra un insediamento punico. Spicca per la sua maestosità oltre le palme di Piazza della Vittoria. Anticamente era sede dei Reali normanni e di una magnifica corte medievale.  Oggi è la sede dell’Assemblea regionale siciliana e si può visitare solo quattro giorni alla settimana. I visitatori possono vedere la sala del consiglio e la sfarzosa camera da letto di Ruggero II, interamente rivestita di mosaici che raffigurano pavoni, leopardi e paesaggi esotici. Dentro il Palazzo troviamo un gioiello d’arte: la Cappella Palatina definita da Guy de Maupassant, la chiesa più bella del mondo. Si trova in Piazza Indipendenza, 1, Palermo.

Cappella Palatina

Si trova al piano inferiore del Palazzo Reale ed è considerato il più grande tesoro artistico di Palermo; un luogo sontuoso e carico di spiritualità, completamente rivestito di marmi e mosaici pregevoli. Mosaici greco-bizantini realizzati nel 1140, incredibilmente sofisticati, carichi di dettagli e pieni di particolari in cui movimenti ed espressioni emergono con grazia e delicatezza straordinarie.

Cattedrale Santa Vergine Maria Assunta

Opera grandiosa e incantevole,  grande capolavoro dell’arte siciliana. Nel suo interno si conserva il sarcofago di Federico II. Nella cripta è conservato Il “Tesoro della Cattedrale” e comprende una raccolta di opere d’arte databili tra l’età dei Normanni e l’Ottocento. Bellissima  la corona della prima moglie di Federico II di Svevia, l’imperatrice Costanza d’Aragona. Visitabili inoltre anche i Tetti della Cattedrale. Si trova in Corso Vittorio Emanuele, Palermo.

San Giovanni degli Eremiti

È l’emblema della fusione architettonica tra lo stile arabo e quello normanno. Non si può immaginare Palermo senza la presenza delle cinque bellissime cupolette rosse che coprono il tetto di questa chiesa singolare, confinante con l’antica cinta muraria medievale della città. La sua architettura è fondata sul rigore geometrico, marcatamente islamico, con interni severi, spogli di ogni decorazione; un esempio tangibile del dialogo eccezionale che si verificò in quell’epoca tra le due culture, quella orientale e quella cristiana. La  bellezza del luogo è accresciuta dalla presenza di un bel giardino ottocentesco con palme che, intorno all’antico chiostro, crea una vera e propria oasi di pace. Si trova in Via dei Benedettini, 16, Palermo.

S. Maria dell’Ammiraglio (La Martorana)

Nel cuore antico di Palermo, dove un tempo correvano le mura della città vecchia, vi è la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, vero gioiello d’arte bizantina,  nota anche come la Chiesa della “Martorana“ che deve la sua più comune denominazione alla presenza di un monastero benedettino femminile, fondato nel 1193 da Goffredo ed Aloisia de Marturano, al quale nel 1435 il re Alfonso “il Magnanimo” concesse la chiesa. Si trova a Piazza Bellini 3.

Chiesa di San Cataldo

Fu costruita nel 1154 sotto il regno di Guglielmo I per volere di Majone da Bari, quale cappella di un sontuoso palazzo, oggi non più esistente. Essa costituisce l’esempio più peculiare della cultura architettonica araba al servizio dei sovrani normanni con le tipiche cupole rosse che la sovrastano. Le pareti esterne sono caratterizzate dal disegno grafico delle arcate cieche sormontate da una ornamentale cimasa di coronamento. L’interno, a pianta centrale, ha tre navate divise da colonne con capitelli che sorreggono le arcate acute. Splendidi sono: il pavimento a tarsie policrome in marmo e porfido e l’altare in cui sono incisi una croce e i simboli degli evangelisti. La chiesa oggi è ormai sconsacrata al culto. Si trova in Piazza Bellini, 3.

Palazzo della Zisa

Dall’arabo al-ʿAzīza, ovvero “la splendida” – era in origine collocato fuori dalla città ed era la residenza estiva del sovrano. Inserita nel grande parco reale di caccia del Genoardo (paradiso della terra), che si estendeva ad occidente della città, la Zisa oggi è facilmente raggiungibile a piedi dal vicino Palazzo dei Normanni che dista da qui solo 1km. Con le sue volte a muqarna, le finestre a graticcio, le alte merlature e le belle fontane, la Zisa è senza dubbio all’altezza del suo nome. Al suo interno oggi è possibile visitare anche un ricco Museo d’Arte Islamica, che raccoglie opere provenienti dalla Sicilia e dall’area mediterranea  prodotte tra il IX e il XII secolo. Si trova in Piazza Zisa, Palermo.

Ponte dell’Ammiraglio

Venne costruito intorno al 1131 per volere di Giorgio d’Antiochia, ammiraglio del re Ruggero II, per collegare la città ai giardini posti al di là del fiume Oreto. Ancora oggi nella piazza, denominata piazza Scaffa, rappresenta un monumento simbolo del collegamento tra il centro città e la zona periferica Brancaccio. L’uso degli archi molto acuti caratteristici permetteva al ponte di sopportare carichi elevatissimi; interessante anche l’apertura d’archi minori tra le spalle di quelli grandi per alleggerire la struttura e la pressione del fiume sottostante. Il ponte infatti resistette senza problemi persino alla terribile Alluvione di Palermo del Febbraio 1931.Presso questo ponte, nella notte del 27 maggio 1860, le truppe garibaldine piegarono, in una dura battaglia, quelle borboniche che s’opponevano al loro ingresso in città. Si trova in via Corso dei Mille, Palermo.

Monumenti dell’itinerario Patrimonio dell’Unesco a Monreale

Duomo di Monreale

Merita una grande attenzione perché è davvero uno dei templi più belli del mondo. Dopo Santa Sofia, a Istanbul (Costantinopoli), è la più vasta opera musiva bizantina che esiste al mondo. La parola “mosaico”, infatti, deriva dal greco e significa «opera paziente, degna delle Muse». Dedicato a Santa Maria la Nova, un capolavoro d’arte Arabo-Normanno, fatto erigere da re Guglielmo II d’Altavilla, detto il “Buono”, tra il 1172 e il 1176. All’interno circa 6400 metri quadrati di mosaico ricoprono la superficie, secondo una rappresentazione artistica della Bibbia, una catechesi in immagini, perché il popolo possa immergersi dentro lo spazio sacro. Si trova in Piazza Gugliemo II, Monreale.

Chiostro

A destra della facciata del Duomo, in piazza Guglielmo II, si trova il Chiostro del Convento dei Benedettini, realizzato sul finire del XII secolo, esempio stupendo di architettura bizantina, nel cui centro  è una fontana con al centro una colonna riccamente intagliata a forma di fusto di palma. Di particolare pregio sono i capitelli, con scene sacre e profane tratte da Vecchio e Nuovo Testamento e le bellissime colonne, lisce, intagliate, decorate a rilievo con foglie, fiori, uccelli e altri animali.

Quali sono i principali caratteri dello stile arabo-normanno?

  • L’influenza bizantina emerge soprattutto nell’architettura, con la predilezione per la pianta basilicale quadrata a croce greca centrale coperta da volta a botte. Ma anche nella presenza di mosaici raffiguranti personaggi e vari motivi decorativi: il più caratteristico è il Cristo pantocratore.
  • L’elemento romanico si evidenzia invece attraverso il ricorso alla pianta a croce latina e a massicce torri sulla facciata.
  • Il carattere arabo si evince infine soprattutto dall’utilizzo di archi a sesto acuto, ma soprattutto dei distintivi archi moreschi. Inoltre lo stile arabo si caratterizza per l’assenza di scultura figurativa: la decorazione infatti lascia il posto alla geometria e agli arabeschi.

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